Bilancio Squadre 2024: Team dsm – firmenich PostNL
I semi gettati negli anni passati dal Team dsm-firmenich PostNL hanno iniziato a dare i primi frutti. La squadra neerlandese, che arrivava da una serie di raccolti tutt’altro che entusiasmanti, ha portato a termine un 2024 in cui, invece, le soddisfazioni non sono mancate. Tante di queste sono maturate grazie alle prestazioni di giovani talenti su cui la formazione diretta da Iwan Spekenbrink ha puntato molto, anche a costo di prendere decisioni molto radicali sul CicloMercato. In tutto questo, il bilancio – che parla di 22 vittorie – avrebbe potuto anche essere migliore se il nuovo arrivo più atteso, Fabio Jakobsen, non avesse vissuto una stagione davvero magra.
TOP
C’è ancora Romain Bardet a fare la parte del leone. Il francese annuncia che si ritirerà dall’attività su strada a giugno 2025, ma mantiene altissimo il livello di preparazione e di motivazioni. Sulla soglia dei 34 anni, vive una delle migliori stagioni del periodo recente, portando a casa in particolare un memorabile successo al Tour de France, indossando la Maglia Gialla per un giorno. Chiude al secondo posto la Liegi-Bastogne-Liegi, riuscendo a staccare tutta la concorrenza e risultando il primo dei “non-alieni”, visto il successo di un imprendibile Tadej Pogačar. Porta inoltre a termine un Giro d’Italia positivo, in cui sfiora il successo di tappa (un secondo e un quarto posto di giornata) e produce l’ennesima Top-10 della carriera alla fine di un Grande Giro. Nel suo anno c’è anche un rispettabile decimo posto al Mondiale di Zurigo, come ulteriore dimostrazione di una mentalità da combattente sempre pronto a spendere tutte le energie a sua disposizione, in sella a una bicicletta.
Se Bardet è un “grande vecchio” della scena ciclistica, Oscar Onley è una giovane promessa, sbocciata definitivamente all’età di 22 anni. Lo scozzese è partito forte, vincendo la classica tappa di Willunga Hill al Tour Down Under e inanellando una lunghissima serie di piazzamenti importanti nelle corse affrontate, al netto di un calendario condizionato dall’infortunio patito alla Amstel Gold Race. Al Tour de France si è ritrovato fuori classifica, ma ha comunque combattuto, di fuga in fuga, dimostrando grande determinazione, a fronte della concorrenza più dura possibile. Nel finale di stagione è poi andato a caccia di soddisfazioni, e di punti UCI, in corse di medio-grande importanza, chiudendo al secondo posto sia il Tour of Britain che il Tour of Guangxi. Il processo di crescita è comunque lanciato e le sue qualità da scalatore potranno portarlo a risultati ancora più importanti, nel prossimo futuro.
È sbocciato anche Pavel Bittner, coetaneo di Onley e corridore più orientato alla velocità. Il ceco ha vinto una tappa alla Vuelta a España (dove è stato anche secondo in un’altra occasione) ed è andato a segno anche per due volte alla Vuelta a Burgos, coronando così una stagione che lo ha visto in diversi momenti nella prima pagina degli ordini d’arrivo delle corse a lui più congeniali. Settimo all’Europeo, sarà corridore importante nelle future strategie della squadra neerlandese.
Stesso discorso si potrà fare per il danese Tobias Andresen, che ha messo in fila sei vittorie nella sua annata, fra Giro di Turchia, Giro di Danimarca e CRO Race (chiusa al secondo posto della generale). Il 22enne ha messo in mostra qualità da stoccatore di alto livello, dando anche idea di saper tenere botta su percorsi agitati. Porta a termine il Giro d’Italia, prima corsa di tre settimane affrontata in carriera, e prova anche a gettarsi nelle mischie veloci, una volta che Jakobsen è tornato a casa. Il futuro è dalla sua parte, così come sembra esserlo dalla parte di Max Poole: il britannico aveva iniziato bene la stagione, ma si è poi dovuto fermare a causa di un infortunio occorsogli alla Tirreno-Adriatico. Una volta rientrato, però, ha sfoderato le sue qualità da scalatore, chiudendo al secondo posto la Vuelta a Burgos e sfiorando più volte il successo alla Vuelta a España, portata a termine con un secondo e ben tre terzi posti di tappa. Ottimo, poi, il finale d’anno, soprattutto per la classifica di squadra, visto il successo ottenuto nella generale del Tour de Langkawi.
Eccellente è stata la stagione da “matricola” di Frank van den Broek, che ha avuto il suo picco nella prima tappa del Tour de France, quando fu parte fondamentale dell’impresa di coppia che ha portato il compagno Bardet a vincere la prima tappa e a indossare la Maglia Gialla. Il neerlandese, però, ha fatto ben di più, vincendo una tappa e la generale del Giro di Turchia e accumulando altri piazzamenti utili alla causa di squadra nell’arco dell’anno. Molto importante, in questo senso, l’apporto di Kevin Vermaerke, che si è scoperto specialista delle brevi corse a tappe (terzo alla Arctic Race of Norway, quarto allo Czech Tour, decimo al Giro di Germania), ma che è stato soprattutto ottimo interprete di classiche movimentate, come testimoniano il quarto posto alla Clasica San Sebastián, il quinto alla Milano-Torino e il settimo al Gp Francoforte. Notevole poi l’annata di Casper van Uden, velocista capace di vincere in quattro occasioni e di portare a casa altri piazzamenti di rilievo, nelle varie occasioni in cui ha potuto giocarsi le sue carte.
Gijs Leemreize si è confermato attaccante grintoso, facendosi vedere davanti soprattutto alla Vuelta a España: alla fine il piatto dei piazzamenti non è stato particolarmente appetitoso, ma l’atteggiamento è sicuramente quello giusto. Solo per i chilometri percorsi, Chris Hamilton merita una menzione positiva. L’australiano si è attaccato il numero sulla schiena per 90 (novanta!) volte in un anno, percorrendo più di 13mila chilometri in gara. I risultati non sono mai stati entusiasmanti (è stato settimo alla Cadel Evans Great Ocean), ma la dedizione e la continuità sono di certo fattori da sottolineare. Sean Flynn ha lanciato qualche segnale interessante, ritagliandosi un ruolo di corridore regolarista buono per le classifiche delle brevi corse a tappe (nono al Giro di Danimarca, decimo al Tour of Britain, 11esimo al Giro di Germania), caratteristica che potrebbe consentirgli in futuro di togliersi qualche soddisfazione più rilevante.
Anche il neopro’ Enzo Leijnse ha pedalato tantissimo, accumulando esperienza, ma non subendo passivamente le gare, dato che lo si è spesso visto più volte all’attacco, anche in gare molto qualificate. Menzione d’onore, poi, per John Degenkolb, che è stato ancora protagonista sulle amate pietre della Roubaix (11esimo all’arrivo) e che non si è risparmiato nell’arco di tutta la stagione: il tedesco, però, ha dovuto interrompere la lunghissima serie di corse portate a termine senza ritiri, che durava dal settembre 2021. Degenkolb si è infatti ritirato dal Renewi Tour, giusto tre anni dopo l’ultima volta.
+++ Romain Bardet
++ Oscar Onley
+ Pavel Bittner
FLOP
Su Fabio Jakobsen poggiavano tante aspettative per la stagione della squadra. Il velocista neerlandese aveva deciso di lasciare la Soudal-QuickStep per cercare una soluzione con maggiori spazi garantiti: alla dsm-firmenich PostNL gli spazi li ha avuti eccome, ma il campione europeo di Monaco 2022 non ha mai trovato la pedalata giusta e, nelle gare più importanti, ha fatto sempre fatica a tenere le ruote del gruppo, non appena la strada si faceva un po’ più impegnativa di una semplice pianura. Ritirato dal Giro e dal Tour, chiude la stagione con un successo al Giro di Turchia e con il secondo posto nella Nokere Koerse. La speranza, sua e della squadra, è che il 2024 sia stato solo un passaggio a vuoto su un percorso di carriera già segnato dal gravissimo incidente del 2020.
Altro nuovo arrivo che non ha tenuto fede alle attese è stato Warren Barguil, che in una squadra simile avrebbe potuto sfruttare la tanta libertà a disposizione. L’esperto francese aveva iniziato discretamente la stagione, con qualche buon piazzamento in classiche movimentate, salvo poi rimanere nella pancia del gruppo in appuntamenti importanti come Delfinato e Tour de France. L’ottavo posto finale alla CRO Race non basta per far virare il giudizio stagionale in una zona positiva.
Ci aspetta sempre qualcosa in più da Nils Eekhoff. Il neerlandese, però, non può più essere considerato una promessa, dati i 26 anni compiuti lo scorso gennaio, e le bellissime cose fatte vedere da giovane iniziano a essere abbastanza lontane. Professionista ormai dal 2020, non sembra riuscire a trovare la sua dimensione e il colpo di pedale giusto per eccellere fra i grandi. Per quel che riguarda il 2024, il suo si è chiuso giusto con qualche piazzamento discreto e con il quinto posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne come picco della sua annata.
Inevitabilmente, con Jakobsen rimasto sotto traccia, i corridori designati per lanciarlo nelle volate non hanno avuto particolare risalto. È il caso dei neerlandesi Julius van den Berg e Bram Welten, oltre che del tedesco Niklas Märkl, rimasti quindi nell’ombra per larga parte della stagione. Timo Roosen, altro corridore che avrebbe dovuto lavorare per il velocista-capo, ha visto invece la sua stagione condizionata da un infortunio occorsogli in piena primavera. Pochissimo da segnalare per il neerlandese Tim Naberman, per l’australiano Alex Edmondson e per il francese Romain Combaud, mentre il neerlandese Martijn Tusveld ha cercato di mettere in pratica almeno qualche azione, senza però riuscire a portare a casa granché.
Inevitabilmente protagonista sulla scena nazionale (un primo e un secondo posto nelle gare lettoni), Emīls Liepiņš ha provato a cercare spazi in finali veloci, ma selettivi, con risultati però abbastanza alterni. Di positivo nel 2024 di Patrick Eddy c’è poco altro, rispetto all’esperienza maturata da neopro’, con la speranza che possa essere utile per il suo futuro. Non è invece giudicabile, a causa di un lungo infortunio, la stagione dell’australiano Matthew Dinham, che arrivava da un notevole 2023 (settimo al Mondiale di Glasgow) e che nel 2024 ha preso parte solo a tre corse di un giorno, ritirandosi in tutte e tre le occasioni. Discorso simile per il neozelandese Patrick Bevin, corridore che in passato ha saputo centrare risultati di spessore e che invece, nelle ultime due stagioni, è rimasto sempre nelle retrovie del gruppo, condizionato da un problema di salute che alla fine lo ha portato a optare per il ritiro anticipato.
– Nils Eekhoff
— Warren Barguil
— Fabio Jakobsen
Classifica UCI
La situazione rimane abbastanza stabile, ma il barometro del rendimento della dsm-firmenich PostNL, in quanto ai punti UCI è in miglioramento, rispetto al 2023. La squadra neerlandese ha chiuso il 2024 al 16esimo posto della classifica mondiale, con una manciata di punti in più, e una posizione più su, rispetto alla stagione precedente. Quel che più conta è comunque il margine sulla “zona retrocessione”, attualmente abbastanza lontana, a una sola stagione dalla chiusura del triennio che assegnerà le prossime licenze WorldTour.
CORRIDORE | NAZIONE | PUNTI |
BARDET Romain |
FRA
|
1889 |
ONLEY Oscar |
GBR
|
1370 |
POOLE Max |
GBR
|
1110 |
VERMAERKE Kevin |
USA
|
1059,33 |
BITTNER Pavel |
CZE
|
753 |
VAN DEN BROEK Frank |
NED
|
529,86 |
ANDRESEN Tobias |
DEN
|
423,86 |
BARGUIL Warren |
FRA
|
411,86 |
VAN UDEN Casper |
NED
|
407 |
JAKOBSEN Fabio |
NED
|
367 |
LIEPINS Emil |
LAT
|
264 |
EEKHOFF Nils |
NED
|
233,86 |
DEGENKOLB John |
GER
|
212 |
HAMILTON Christopher |
AUS
|
196 |
LEEMREIZE Gijs |
NED
|
153 |
FLYNN Sean |
GBR
|
136,86 |
WELTEN Bram |
NED
|
60 |
MÄRKL Niklas |
GER
|
28 |
TUSVELD Martijn |
NED
|
26 |
LEIJNSE Enzo |
NED
|
16 |
Miglior Momento
Chiudere la prima tappa del Tour de France con un primo e un secondo posto sarebbe di per sè un momento memorabile. Farlo con due corridori in parata, capaci nei chilometri precedenti di staccare tutti gli altri e di riuscire a resistere al rientro rabbioso del gruppo, è una impresa da incorniciare. Gli autori dell’entusiasmante cavalcata, conclusasi sul traguardo di Rimini, sono stati il giovane Frank van den Broek e il ben più esperto Romain Bardet, al quale è “toccato” vincere. Così, il francese ha anche potuto indossare per l’ultima volta in carriera la Maglia Gialla, poi lasciata il giorno dopo.
Bilancio Team dsm - firmenich PostNL 2024
Volate - 6.5
Classiche - 6.3
Grandi Giri - 7.1
6.6
L'annata è stata più che positiva, su quasi tutti i terreni. Nonostante alcuni corridori siano rimasti sotto le attese, sono arrivate vittorie di tappa in due Grandi Giri e sono maturati diversi risultati importanti nelle brevi corse a tappe, molto adatte ai giovani talenti che stanno crescendo in organico e su cui la squadra neerlandese ha puntato molto. Romain Bardet, poi, è stato valoroso capitano, firmando prestazioni di alto profilo nell'arco di tutta la stagione.
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